Onorevoli Colleghi! - Come è noto a tutti gli amministratori pubblici, la necessità di poter garantire al proprio ente servizi basilari per la collettività e di poter inoltre provvedere a soddisfare le esigenze di interesse generale della stessa che si manifestano nel tempo, incontra sempre più spesso impedimenti di natura economica, dovuti alle reali capacità di bilancio, vincolate alla legge del pareggio del comune medesimo e all'obbligo di buona e corretta amministrazione dell'ente che non può giustificare l'indebitamento pubblico. Tali vincoli infatti costringono gli amministratori a selezionare le voci di spesa sia di parte corrente che in conto capitale, risultando, così, praticamente impossibile realizzare tutti i progetti, le attività e le iniziative presenti negli intenti degli amministratori stessi. A tale riguardo si cita, ad esempio, il settore dei servizi sociali e sanitari i cui bilanci sono spesso oggetto di tagli e di riduzioni e che in tale modo non sono in grado di rispondere in maniera adeguata e moderna ai bisogni dei cittadini.
Questa situazione di contenimento delle spese ha inoltre subìto un ulteriore aggravio, soprattutto nel corso degli ultimi anni, legato ai tagli effettuati sui finanziamenti che lo Stato garantisce agli enti locali in misura sempre più esigua. A ciò va aggiunto l'aggravio fiscale di cui sono stati caricati gli enti locali, in conseguenza dell'applicazione della manovra finanziaria del 1999, che, prevedendo il patto di stabilità interno, ben lungi dall'aver offerto un federalismo reale, ha